Chiave Genetica 10

Transito della Chiave Genetica 10

DAL 20 AL 25 DICEMBRE

OMBRA: Narcisismo
L’Ombra della 10ma Chiave porta in risalto la parte a bassa frequenza di quello che è l’amore per sé stessi. L’attenzione di questa Ombra si pone fin dall’inizio della storia degli esseri umani, sulla capacità di prendersi cura di sé, del proprio corpo, per sopravvivere. Ma per fare questo gli altri possono essere visti come un problema e quindi venire esclusi o nemmeno presi in considerazione. Precisiamo che essere concentrati sù sé stessi e prendersi cura di sé non è un errore e fa parte dell’evoluzione della specie. Solo quando sappiamo chi siamo e conosciamo la nostra identità unica possiamo portare anche altri a questo e quindi condurre la società ad un livello più elevato. Se noi sappiamo quali sono le nostre caratteristiche uniche, possiamo comprendere che facciamo parte di un unico organismo. Scoprire chi siamo e prenderci cura di noi stessi è un pilastro dell’evoluzione stessa. Così come esiste la forza evolutiva esiste la sua antagonista, quella che ci vuole impedire di seguire l’evoluzione. Nella 10ma Chiave si manifesta con questa ossessione di sé, del nostro essere unici e di coltivare questo al di sopra di tutto e a scapito di tutti. Essere così fissati su di sé porta a non sopportare l’unicità dell’altro e a desiderare di cambiarlo. La paura che governa questa Chiave è quella di non avere o di perdere la propria identità. Il paradosso è che più ci fissiamo a cercare di comprendere chi siamo meno ci avviciniamo alla verità. Così inseguiamo chi siamo creando una trappola che ci tiene ingabbiati in qualcosa che non siamo veramente. Conoscersi è un viaggio che ha i suoi tempi e i suoi modi. La partner di programmazione della Chiave 10 è la Chiave 15 che nell’Ombra parla di Monotonia. La Chiave 15 porta come tema la paura di essere differenti e questo crea un campo collettivo molto forte che rema contro l’evoluzione. Vedremo come l'Ombra di queste due Chiavi ci portano ad essere divisi in due categorie di persone, quelle che temono di essere diverse e quindi seguono la massa e quelle che sono ossessionate dalla propria unicità e perciò non seguono la massa a prescindere. “Conosci te stesso” non è sinonimo di “sii ossessionato da te stesso”. Dalla ricerca di sé, dobbiamo passare…non rimanerne intrappolati. Restare chiusi in questa ossessione impedisce di cogliere le emozioni delle persone che ci circondano. Questo rende le relazioni molto complicate, non certo per mancanza di capacità comunicativa ma per assenza di empatia. Tutto ruota intorno a se stessi ed è funzionale solamente alla propria persona. La strategia della 10ma Ombra è quella di farci inseguire instancabilmente una definizione che ci possa dire chi siamo, ma quello che seguiamo è appunto un’Ombra, non chi siamo veramente, perché la paura di non avere un’identità ci porta a seguire un’idea, non qualcosa di vero e radicato. Anche la ricerca spirituale e l'identificazione con essa può diventare una trappola dell’Ombra. Chi inizia una ricerca della propria reale identità arriverà ad un punto in cui emergerà la rivelazione di chi è veramente e questa non si può programmare né dissimulare. Tutto emergerà a suo tempo. Semplice, ma non facile da mettere in pratica.

Ombra Repressiva - Autonegante

Queste persone hanno difficoltà a portare l’attenzione su sé stesse e quindi si concentrano in maniera ossessiva sull’altro tanto da dedicarsi totalmente all’altro e non avere una vita propria. Questo modo di vivere la vita, una specie di martirio auto-imposto, negando sé stessi in tutto e per tutto, li porta a non riuscire a vedere il divino che alberga in loro e possono facilmente essere convinte dalle religioni strutturate che la vera autorità è esterna.

Ombra Reattiva - Narcisistica

Queste persone invece manifestano l'ossessione che hanno per sé stesse negando l’esistenza degli altri. Tutto deve essere finalizzato e ruotare intorno a loro. La paura che li muove a comportarsi così è quella di perdere la propria identità, e la propria libertà, e così mossi dalla rabbia tessono relazioni molto problematiche poiché si identificano solo con la parte egoica di sé stessi. Per uscire da questa situazione il primo passo richiede di prendere in considerazione la modalità in cui si muovono e in un secondo momento lasciar andare l’idea che la realizzazione e la felicità siano dovuti dall’avere un’identità personale certa (fissa).

DONO: Naturalezza

Questo Dono ci parla del Mito. Il Mito che è sopito dentro ad ogni essere umano. Ognuno di noi ha la sua particolare Essenza che viene manifestata con Naturalezza, poiché è il centro del nostro Essere. Questo Dono è un Dono un po’ particolare perché porta con sé alcuni paradossi. Il primo è che non possiamo sapere chi siamo davvero fino a quando pensiamo di essere qualcuno…ma per conoscerci dovremmo pur iniziare da qualche parte. “Chi sono io?”, ritorniamo all’identità. Ad un certo punto la ricerca si placa perché abbiamo compreso che identificarci con qualcosa, sia un nome, una funzione o una credenza, non ha davvero senso perché al nostro interno dimora l’infinito. A questo punto solitamente avviene un risveglio di energia creativa e di giocosità.

Giunti qui, ci serve del tempo per interiorizzare quella che si può chiamare a tutti gli effetti una scoperta che cambia la vita. Chi sono io? Che significato e che scopo ha la mia Vita? E la vita in generale? Ricercare ha una bellezza e un fascino che possono creare dipendenza, ma ad un certo punto vedremo l’assurdità del cercare qualcosa che non ha definizione. Facilmente si attraverseranno dei momenti difficili, perché non potersi più definire ci toglie la sicurezza che siamo abituati ad avere. Ma questo è solo un processo transitorio e relativamente veloce. Sentiremo al nostro interno un rilassamento profondo e una autenticità mai provata prima. La nostra vera natura emergerà in modo naturale. Arriveremo a sentire un forte senso di scopo indipendentemente dalla nostra identificazione con qualcosa. Al nostro interno proveremo un senso di rilassatezza e ci sentiremo veramente noi stessi. Sarà il momento in cui porteremo a manifestazione il mito che è sempre stato lì al nostro interno, pronto a mostrarsi con estrema naturalezza. Questa Chiave fa parte dell’Anello Codonico dell’Umanità (Chiavi 10, 17, 21, 25, 38 e 51*) che riporta a tutti i Miti di tutte le culture. Trovare il vero sé è la fase che precede il risveglio. Ogni essere umano ha racchiuso in sé una bellezza straordinaria e quando ce ne renderemo conto smetteremo di intralciare la Vita.

* Nota: Feriti fin dall'inizio (Chiave 25) dovrete combattere con le vostre Ombre (38), superare i limiti della mente (17), rinunciare al bisogno di controllare la vita (21) e trovare il vostro vero io (10) prima di potervi risvegliare.

SIDDHI: Essere

Quando arriviamo alla Siddhi abbiamo terminato la nostra fase evolutiva. Tutto ciò che rimane è: Essere. Pura Coscienza che si esprime attraverso l’Essere. Questo stato porta ad una serenità senza pari. Una leggerezza che permette di approcciarsi alla Vita con umorismo. Per la 10ma Siddhi tutto è un gioco, evoluzione compresa, il Gioco dell’Evoluzione. Ovviamente chi è ancora in una fase di identificazione con l’evoluzione non ama molto chi manifesta questa Siddhi e lo ritiene un egoista. Questa Siddhi mostra come tutto, anche le cose più importanti siano in realtà una messa in scena, e se le guardiamo da una prospettiva più ampia sono davvero irrilevanti. Possiamo dire che se tutti vedessero la vita in questo modo, l’evoluzione sarebbe terminata. Certo fa uno strano effetto immaginare che le persone stiano rilassate a sognare le proprie vite totalmente rapite nella Pigrizia divina dell’Essere.

Siamo immersi in un clima evoluzionistico: cerchiamo di capire come evolvere, che direzione prendere e come controllare i confini e i connotati. Oggi chi manifesta l’Essere viene giudicato come un nullafacente. Ma Essere è la Coscienza che si manifesta nella forma e non ha altri fini o direzioni. È e basta.

Esempi pratici:

  1. Il clima al lavoro stamattina si sta facendo un po’ complicato. Per carattere ci ridi su, ma osservando i tuoi colleghi quello che stai vedendo è una sorta di scollegamento, un intristimento e sai bene che questo non fa bene al gioco di squadra. Il vostro referente capo è davvero incredibile. Ogni cosa gira attorno a lui, dagli orari delle riunioni alle pause pranzo che vengono fatte quando lui ha fame. Le domande che fa sono sempre riferite a qualcosa che riguarda in qualche modo lui…siete tutti diventati delle comparse nel mondo di Norman. Riflettendoci siete passati da un capo che era totalmente disponibile ad ogni richiesta 24h su 24h ad uno che mette se stesso di fronte ad ogni cosa. E adesso come ne uscite? Mentre ci stai pensando senti la voce di Norman che dice: “no quel giorno non possiamo fare i test perchè IO ho bisogno di una giornata libera per prendermi cura di me”… e se non si è capito c’è un po’ di enfasi sulla parola “io”.

  2. “Ma davvero ti stai ancora chiedendo chi sei?”. Ti stai guardando allo specchio e sono le 6 del mattino. L’immagine che vedi riflessa sembra quella della strega di Biancaneve che ha trascorso una notte piuttosto movimentata. Vabbè dai, una strega forse no, forse la piccola fiammiferaia che è rimasta al freddo per tanto tempo. No, nemmeno la piccola fiammiferaia ti convince. Una scienziata totalmente fuori di testa che sta testando la macchina del tempo. Ecco! Già più vicina alla realtà, e ti metti a ridere. Chissà chi sarai oggi. Lasciare che emerga con naturalezza il nostro sé è un super viaggio avventuroso che si svolge nella nostra vita quotidiana e sai bene che non è semplice. Ogni tanto senti che dentro di te è come se vivessero più personaggi e stai iniziando a sperimentarli uno a uno. Ieri sembravi la crocerossina più devota che una persona potesse trovare, ma poi ti sei trasformata in una sorta di agente segreto in missione. Non è sempre semplice ma è davvero divertente vedere chi sei di giorno in giorno. E chissà forse arriverà una mattina in cui ti renderai conto di avere trovato la vera te, intanto ti stai divertendo e va bene così.

  3. La nuova vicina di casa sembra uscita da “Alice nel Paese delle Meraviglie”. Potrebbe benissimo essere una buona amica del Cappellaio Matto e anche del Bruco. Ti stai chiedendo se lavora perché i suoi orari sono diversi da quelli che ti immagini per qualcuno che lavora. Ti fa venire in mente Mary Poppins, con quell’aria misteriosa. L’hai incrociata sulle scale due giorni fa e ti ha salutato dicendo: “buongiorno mia cara vicina, fantastica giornata oggi vero?”. Tu l’hai guardata con aria interrogativa dato che fuori c’è il diluvio universale. “Ah mi guarda così perchè piove, ma sa cosa le dico, si goda anche la pioggia, fa parte di noi , fa parte del gioco. E finché il gioco non termina… facciamone parte anche quando ci rendiamo conto che la trama non è proprio di nostro gradimento. Magari il prossimo atto ci piacerà di più o forse no. Suvvia mi faccia un bel sorriso e corra a fare un bagno caldo”. Sembra che niente la scuota, come se conoscesse il segreto della pace interiore. Se stessimo vivendo una commedia, è come se lei sapesse già tutta la trama e anche la fine, sempre che ce ne sia una, e attende con serenità lo svilupparsi della storia. Ti chiedi se anche tu, un giorno, riuscirai a sentirti così.

Inspired by « The Gene Keys » di Richard Rudd
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