Chiave Genetica 42

Transito della Chiave Genetica 42

DAL 10 AL 15 APRILE



OMBRA: Aspettativa

La 42ma Ombra ci porta dentro al desiderio umano di avere un futuro migliore del presente. Ci aspettiamo sempre qualcosa di diverso o qualcosa che la nostra mente ritiene migliore e perfetto sia in termini di denaro, relazioni, lavoro, libertà di fare o di essere e crediamo che solo allora potremo essere felici. Questa è una delle trappole più forti che ci impediscono di vivere il presente e chi siamo al 100%. Abbiamo bisogno di imparare a vedere come le nostre aspettative ci impediscono di godere appieno di noi e della nostra vita.

Abbiamo bisogno di imparare a comprendere come funzionano i nostri desideri ( vi invitiamo a rivedere la Chiave 30) per non stagnare in pensieri che non portano da nessuna parte. La 42ma Chiave è collegata alla morte, parla dello Spirito che si separa dalla materia. Racconta della programmazione e della durata delle cellule, in particolare si riferisce ai 7 anni di ciclo naturale di crescita e fine, fine che permette al nuovo ciclo di iniziare, sia esso un ciclo di rinnovamento cellulare, un lavoro o una relazione. Va da sé che la nostra mente crea ansia percependo che il tempo avrà una fine. Vero è anche che ogni 7 anni ci troviamo di fronte ad un qualche portale che lascia andare una parte di noi per poter accedere a qualcosa di nuovo con il nuovo ciclo che sta per iniziare. Il Dono, ma anche l’Ombra, di questa Chiave ci dice come questo passaggio avviene. Quest’Ombra ci porta costantemente ad aspettarci qualcosa dalla vita o dalle altre persone. Aspettarsi qualcosa di per sé non è negativo ma quest’Ombra fa in modo che ci identifichiamo con l’aspettativa e definiamo la nostra vita in base al verificarsi o meno di ciò che ci aspettiamo e così sicuramente ben presto proveremo delusione. La 42ma Chiave è una delle 6 Chiavi (3-20-23-24-27-42) che formano l’Anello Codonico della Vita e della Morte. In tutti i cicli di mutazione cellulare, la vita segue i processi archetipici che sono rappresentati da queste Chiavi. La Chiave 3, con il suo Dono dell’Innovazione e la Siddhi dell’Innocenza, ne rappresenta l’inizio e la 42ma, con il Dono del Distacco e la Siddhi della Celebrazione, la fine. Se riusciamo a mantenere la fiducia nella vita e osservare il quadro più grande, vediamo che le nostre aspettative deluse sono in realtà grandi aperture, dei portali, verso qualcosa di più bello e utile alla nostra crescita. Ma questo è terreno del Dono. La partner di programmazione della 42ma Chiave è la 32ma che con la sua Ombra del Fallimento rinforza tantissimo la percezione di delusione quando qualcosa non va secondo le nostre aspettative. Le aspettative, siano esse negative o positive, restringono la nostra prospettiva impedendoci di vedere il potenziale illimitato che esiste in ogni momento. La mente vede solo quello che le diciamo di vedere e questo ad un certo livello contribuisce a co-creare la nostra realtà e influenzare gli eventi. Se ci aspettiamo qualcosa di negativo possiamo essere così focalizzati su questo da non vedere le cose positive che stanno accadendo. Possiamo allenarci a rimanere aperti anche quando la nostra mente ci dice che abbiamo perso/fallito. Ma abbiamo bisogno di allenarci anche quando le nostre aspettative sono ottimistiche perché ci precludono comunque una visione più ampia.

Ombra Repressiva - Avida

Queste persone hanno un’immensa paura del cambiamento, non riescono ad accettare la fine delle cose e fanno tutto ciò che possono per mantenere lo status quo. Alcune delle modalità che mettono in pratica sono ad esempio, rimanere ancorati al passato, non lasciare che le persone che amano possano prendere la loro strada, o inseguire il mito dell’eterna giovinezza. Tutto questo ha un effetto deleterio perché in realtà impedisce alla vita di rinnovare sé stessa e così facendo si crea una perdita di energia. Iniziare ad accogliere la fine di qualcosa, anche piccola, può aiutare ad uscire da questo schema.

Ombra Reattiva - Volubile

Queste persone invece non riescono a stare in qualcosa abbastanza a lungo da portarla a compimento. Cercano di evitare la delusione delle loro aspettative non assumendosi alcun impegno, passando da una cosa all’altra. Sappiamo che interrompere o non permettere ai cicli di terminare naturalmente ci porta a reiterare i comportamenti e a ritrovarsi nelle stesse situazioni ancora e ancora. Qui la perdita di energia si manifesta spesso in perdita di relazioni e denaro. Riuscire a stare con presenza, in una situazione, progetto, relazione, può aiutare ad interrompere lo schema.

DONO: Distacco

Per noi occidentali, il Distacco è un concetto non tanto semplice da prendere in considerazione. Quando riusciamo a comprendere questo Dono ci rendiamo conto che in realtà ci regala la possibilità di essere liberi nell’esplorazione della Vita in tutte le sue sfumature. Riuscire ad essere distaccati non significa non sentire, in realtà è il contrario. Si sente tutto molto più profondamente senza essere limitati dalle aspettative che avevamo riposto in una determinata cosa. Il Distacco non si ottiene forzando, negando, o mettendo in atto una strategia. Ci si avvicina lasciando che la sensazione che stiamo provando esista, venga legittimata, accettata e abbracciata. Come diceva Oscar Wilde, si può resistere a tutto tranne che alle tentazioni…e così per provare ad esplorare il Dono del distacco ci si immerge totalmente, quasi un abbandono totale all'esperienza, sia che si tratti di una esperienza interiore o esteriore. Abbiamo bisogno di avere molta fiducia nella vita e lavorare con l'aspettativa senza esserne vittima. Abbiamo bisogno di imparare che ogni cosa che ci accade nella vita è correlata ad una situazione che l’ha preceduta e ad una che segue, nel rispetto del piano generale. È come leggere un libro ed essere sia chi legge che il personaggio del libro seguendo la storia senza perdersi nei dettagli, perché la vita procede per la sua strada anche senza di noi. Se manteniamo questa curiosità riusciamo a non farci travolgere dalle aspettative e ad accogliere nel cuore la nostra umanità. Così apprezziamo appieno la semplicità e la bellezza della vita, possiamo attraversare le avversità che incontriamo lasciando andare il controllo su di essa. Il Dono del Distacco ci aiuta ad attraversare i fatti della vita, le emozioni e i pensieri, comprendendone il senso e l’utilità. Ci accompagna ad accettare il fatto di essere mortali e cogliere tutta la serie di trame in cui siamo immersi. Vedendo questo riusciremo a sentirci liberi di vivere realmente, anche attraverso i sensi, sentiremo più profondamente tutto, anche l’aria che entra nei polmoni e non saremo più travolti dalle difficoltà che incontreremo lungo il cammino. Questo Dono ci permette di lasciar andare il controllo sulle nostre vite, controllo fisico, emotivo e mentale. Via via impariamo ad accettarci per come siamo e ci accorgiamo che la vita diventa sempre più semplice.

SIDDHI: Celebrazione

La 42ma Siddhi ci parla della trascendenza della morte, ci racconta come in realtà la morte sia in ultima analisi un’illusione poiché è una trasformazione. Anche la Siddhi della Celebrazione accade, non si può forzare o raggiungere, e questo non è molto gradito a noi umani. Questa Siddhi ci parla di un’altra cosa che non ci piace molto: la Vita è tutto un gran gioco, tutto nasce per avere una fine, per morire. Scopriamo che la nostra consapevolezza, così fortemente allenata, in realtà ama giocare a fare la seria, ama essere l’eroe del film. Questa Siddhi ci dice che per quanto siamo consapevoli in realtà stiamo ancora dormendo. E quando viviamo la Siddhi ci svegliamo e vediamo che l’unica cosa che conta davvero è sorridere per essere stati presi in giro dalla Vita, per essere caduti nelle trame del suo gioco, della sua commedia. Tutto questo è comunque utile per farci arrivare alla fine del film ed essere sorpresi dal segreto della vita. Il segreto è che è tutto un’illusione e la cosa che noi come umani possiamo fare è avere un atteggiamento di apertura curiosità e accoglienza di noi stessi e di ciò che ci accade. È solo un gioco e la nostra parte, il nostro copione è scritto interamente nel nostro DNA. Questa Siddhi ci mostra come il nostro DNA utilizza la forma umana per riplasmare e reinventare se stesso in continuazione. È come il serpente che cambia pelle, è fluido, giocoso, senza tempo e imprevedibile. E noi siamo il serpente. Non sappiamo come accade la Siddhi, ma accade e quando accadrà Celebreremo.

Esempi pratici:

  1. “Lo so che ti aspetti che da un momento all’altro possa accadere qualcosa di eclatante che ti permetta di mostrare tutte le tue abilità così che sicuramente arriverà la tanto agognata promozione.” Hai detto questo alla tua collega. La vedi che vive quasi sospesa, e sai che sta aspettando qualcosa che in realtà tu pensi non accadrà mai, perchè tu sai come va il mondo e il mondo spesso, anzi spessissimo, fa accadere le cose brutte non quelle belle. Meglio rimanere tranquilli e sperare che le cose rimangano esattamente così come sono. Oppure, ed è quello che fai tu, non dare importanza a nulla in particolare e allontanarsi da qualsiasi esperienza prima che sia troppo tardi.

  2.  Tu e i tuoi amici siete un Gruppo di persone che si sono conosciute in vari momenti negli ultimi 30 anni. A guardare indietro sembra davvero di vedere un film o leggere un libro. Tutti voi, siete rimasti in 9 da circa 7 anni, avete un modo di affrontare la vita che non a tutti piace. Il vostro “motto” è: “la vita la sa davvero lunga ed è meglio collaborare con lei che andarle contro”. Qualcuno se n’è andato dal gruppo perché dice che siete incoscienti e non date peso a nulla. In realtà nel vostro cuore lo sapete bene che non è così, ci tenete tanto pressoché ad ogni cosa che accade. Ma la Vita è ingovernabile e avete compreso che è bene viverne ogni istante al meglio possibile perché oggi è in un modo e domani può cambiare tutto. E non si tratta di bello o brutto, si tratta di vita, di momenti irripetibili di gioia o di dolore, tutto va vissuto e tutto insegna. Per voi vivere così, insieme, è ancora più intrigante e appagante.

  3. Ora di letteratura a scuola. La vostra insegnante vi legge tre frasi:

    1. “La commedia ci insegna che la vita non bisogna prenderla sul serio e la tragedia ci insegna cosa succede quando non diamo retta a ciò che la commedia ci insegna.” - Carlos Luis Zafòn

    2. “Tutto il mondo è un palcoscenico e gli uomini e le donne sono soltanto attori. Hanno le loro uscite e le loro entrate e nella vita ognuno recita molte parti”.- William Shakespeare

    3. “Tutta la vita umana non è se non una commedia, in cui ognuno recita con una maschera diversa, e continua nella parte, finché il gran direttore di scena gli fa lasciare il palcoscenico.” —  Erasmo da Rotterdam

    Quando avete terminato tutti di dire quale è la vostra preferita e avete spiegato anche il perchè, vi guarda e con molta calma vi dice: “mi sa che è il momento di fare un nuovo ciclo di lezioni che si chiama: Imparare a non prendersi troppo sul serio”.

Inspired by « The Gene Keys » di Richard Rudd
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